“Abbiamo deciso di adottare in Consiglio provinciale una delibera nella quale si esprime netta contrarietà all’applicazione dei nuovi coefficienti per il dimensionamento scolastico e si chiede ufficialmente alla Regione Basilicata di opporsi in tutte le sedi a quanto previsto dalla norma.
Chiediamo, altresì, alla Regione di sostenere il principio per cui nelle regioni come la nostra con scarsa densità demografica, la quasi totalità di comuni svantaggiati e calo demografico in atto, si preveda l’applicazione di un coefficiente di 600 studenti per determinare il numero di istituzioni scolastiche e di 400 per istituto.
Infine, nella delibera abbiamo chiesto a via Anzio di aggiornare le linee guida regionali per il dimensionamento, al fine di permettere alla Provincia il mantenimento di un numero ragionevole di istituzioni scolastiche sul territorio”.
Così il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, ha motivato la decisione della massima assemblea provinciale, aggiungendo che:
“la norma in questione rappresenta una minaccia per il futuro, non solo scolastico, della nostra regione.
I dati della Basilicata, infatti, sono emblematici: la densità di popolazione residente è pari a 54,9 abitanti per chilometro quadrato, dato che ci colloca al penultimo posto, seguita solo dalla Valle D’Aosta, che oltretutto peggiora in 18 comuni della nostra provincia, dove gli abitanti per kmq sono addirittura 30.
Inoltre, i comuni totalmente montani della provincia sono 11 su 31 e considerando che ci sono altri 19 comuni svantaggiati ai sensi della Direttiva 75/268/Cee, in pratica abbiamo 30 centri sui 31 totali che possono considerarsi o montani o svantaggiati.
Il quadro si aggrava tenendo conto che la provincia di Matera, come peraltro tutta la Basilicata, è soggetta a forte calo demografico che, ovviamente, si ripercuote negativamente anche sulla popolazione scolastica.
A conti fatti, il parametro di 900 studenti potrebbe portare, nei prossimi tre anni, ad una riduzione del 31% degli istituti scolastici: tutto questo determinerebbe un impoverimento socio-culturale delle nostre comunità.
Se sono preoccupato?
Sì, perché è in gioco il futuro della scuola e delle nuove generazioni in Basilicata”.