La Basilicata terra di querce! Questi i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

È stata resa pubblica la prima edizione del Rapporto “Territorio. Processi e trasformazioni in Italia” dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Si tratta di un nuovo strumento che permette di leggere, rappresentare e analizzare le principali trasformazioni del nostro Paese sulla base delle attività di monitoraggio del territorio, a cura di ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.

Una nota descrittiva spiega:

“Attraverso la pubblicazione di nuove cartografie di uso e di copertura del suolo, si fornisce un contributo concreto alla conoscenza delle dinamiche territoriali e un reale supporto allo sviluppo di politiche efficaci di protezione del suolo, del capitale naturale e del paesaggio, che non si limitino alla gestione delle aree urbanizzate e al contenimento del consumo di suolo, ma che ne garantiscano un uso sostenibile, supportando adeguatamente i processi di governo del territorio nelle aree urbane, rurali e naturali”.

Il Rapporto sottolinea che la presenza di alberi, in soli 5 anni (2012- 2017), è cresciuta del 4,7%, per un’estensione di circa 14 milioni di ettari”, specialmente “nelle zone marginali del Paese”, trascurando “le città, dove a salire sono i valori di copertura artificiale”.

Inoltre:

“La crescita degli ultimi anni è avvenuta principalmente a scapito di aree con vegetazione erbacea (agricola, naturale o seminaturale) in montagna (+2%), ma ancor di più in collina (+2,5%), dove i processi di abbandono sono ancora in corso” e “la perdita dell’area agricola, che un tempo divideva nettamente le città dai boschi, si è accompagnata spesso alla scomparsa dell’eterogeneità del paesaggio, all’ingresso delle specie aliene e alla riduzione della biodiversità di molte aree interne e ancor di più della sicurezza alimentare”.

Aggiunge il commento ai dati:

“Lo stato di abbandono delle aree agricole favorisce nel corso degli anni la ricolonizzazione da parte del bosco che oggi interessa il 40% del territorio, in particolare nelle zone montane, dove gli alberi arrivano a coprire complessivamente il 65% del territorio.

Rispetto al passato, quando la ricolonizzazione interessava in modo particolare i pascoli, oggi si osserva l’espansione del bosco a carico degli arbusteti, che di fatto rappresentano una tappa intermedia verso gli ecosistemi forestali.

Tale espansione non comporta sempre un aumento in termini di biodiversità, soprattutto quando si assiste all’ingresso di specie aliene invasive come Robinia pseudoacia e Ailanthus altissima, o alla riduzione di spazi aperti, radure, e altri habitat che svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione di talune specie”.

Per quanto riguarda la Basilicata, essa è posizionata:

  • tra le Regioni con una percentuale di copertura artificiale minore alla media nazionale (con i suoi -4,26 punti percentuali);
  • tra le Regioni con una concentrazione maggiore di acque e zone umide rispetto al valore medio nazionale (con i suoi -1,04 punti percentuali);
  • tra le Regioni maggiormente coinvolte dall’aumento della superficie artificiale (con il suo +1,44%).

Il Rapporto inoltre aggiunge:

“La classe di copertura degli alberi mostra una grande eterogeneità nei valori distribuiti tra le Regioni, si identifica una leggera contrazione della superficie soltanto in una, le Marche (-0,47%) mentre nel resto delle Regioni gli incrementi variano di molto e raggiungono le percentuali più alte in Basilicata (+16,64%) e in Sicilia (+12,12%).

Gli arbusti mostrano un trend di diminuzione della superficie diffuso in tutte le Regioni ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto che registrano un aumento molto simile nei valori percentuali, le Regioni che riportano una diminuzione significativa della superficie arbustiva sono la Liguria con il -38,64% e la Basilicata con il -34,26%.

Anche la classe che identifica la vegetazione erbacea mostra un restringimento nelle superfici diffuso in tutte le Regioni, ad eccezione di Marche e Sardegna che registrano minime variazioni d’aumento nei
valori percentuali.

Le Regioni nelle quali è chiaramente evidente una diminuzione di superficie erbacea, sono la Basilicata e la Calabria che hanno valori percentuali molto simili tra di loro e l’Emilia-Romagna che mostra il valore percentuale più basso (-16,50)”;

E prosegue:

“Per quanto riguarda invece i ‘boschi a prevalenza di querce caducifoglie’, Umbria, Molise, Basilicata e Toscana hanno la copertura maggiore con valori rispettivamente di 24, 20, 18 e 17% sul territorio regionale.

Marche, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Abruzzo, Calabria e Liguria presentano invece valori che oscillano dal 9 al 12%.

I ‘boschi a prevalenza di faggio’ occupano superfici che vanno dal 17 al 24% della superficie regionale in Umbria, Molise, Basilicata e Toscana, mentre valori leggermente inferiori (9-12%) sono presenti nelle Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Campania, Calabria e Liguria.

La classe 3.1.1.1. (boschi a prevalenza di querce, leccio e sughere), che a livello nazionale copre il 2,4% del territorio, in Sardegna occupa il 12% del territorio regionale, mentre è distribuita con percentuali dal 2 al 5 in Toscana, Calabria, Campania, Umbria, Basilicata e Lazio”.

Di seguito alcune immagini del Rapporto.