Rendere i servizi digitali offerti dalla Pubblica amministrazione accessibili a tutti.
E’ questo il principale obiettivo del progetto realizzato dalla Regione Basilicata, Ufficio per l’Amministrazione digitale, e finanziato dal Pnrr (Misura 1.4.2 – Citizen Inclusion) a seguito di un accordo di collaborazione sottoscritto nel 2024 con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgiD) e il Dipartimento per la trasformazione digitale (Dtd) della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Oggi, a Matera, nella sala conferenze dell’Open Space di Apt Basilicata, ultima tappa di un viaggio che nel corso di più di un anno ha coinvolto nelle attività di formazione e sensibilizzazione numerosi enti pubblici e più di 1500 dipendenti.
Nel corso dell’evento, moderato da Nicola Petrizzi, Data Protection Officer della Regione Basilicata e Responsabile del progetto Basilicata Accessibile, è intervenuto Giulio Traietta, presidente di Anci Giovani della Basilicata.
Il rappresentante dell’Anci ha detto:
“I nostri dipendenti hanno bisogno di tempo e i comuni hanno bisogno di persone.
Quindi se la Pubblica amministrazione non torna ad essere attrattiva per i giovani il cambiamento sarà sempre più lento.
Dobbiamo costringere gli amministratori che c’è bisogno di tempo per formarsi e soprattutto c’è bisogno di persone.
Dobbiamo costruire opportunità mirate e l’accessibilità è una di queste.
Serve un nuovo patto tra dipendenti pubblici, amministratori e cittadini, un nuovo contratto sociale che consenta a tutti di rendere più facile la fruizione dei servizi”.
Nel corso della conferenza è intervenuto fra gli altri Daniele De Bernardin, Public Relations and Communication – Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Presidenza del Consiglio dei Ministri:
“Stiamo investendo più di 6 miliardi di euro per la trasformazione digitale della Pa, risorse mai spese prima.
Ecco perché è importate il lavoro che stanno facendo gli enti pubblici fra cui la Regione Basilicata.
Tutti stanno facendo la loro parte per essere più competitivi a livello europeo e l’accessibilità è una chiave per il diritto di cittadinanza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Romano, Dirigente gestione servizi infrastrutturali AgiD:
“Stiamo sistemando i mattoncini per costruire una società accessibile con la cultura dell’adempimento, ma soprattutto attraverso un processo culturale per permettere a tutti i cittadini, anche a coloro che hanno una disabilità, senza alcuna discriminazione, di utilizzare i servizi digitali.
E il lavoro della Regione Basilicata rappresenta un pezzo importante di questa costruzione”.
A portare la sua esperienza sia di docente sia di non vedente Michele Mele, matematico, ricercatore su ottimizzazione combinatoria e didattica della matematica all’Università del Sannio.
Mele ha spiegato come raccontare la matematica agli studenti con disturbi visivi eliminando l’ambiguità cosiddetta ad Alta voce:
“Basti pensare che dei tre giornali più letti in Italia solo uno è un pochino accessibile ai non vedenti”.
Mele ha poi lanciato un messaggio:
“Il rispetto delle regole è una delle più alte forme di accessibilità”.
Sulla capacità degli enti pubblici di mettere a disposizione i dati aperti è intervenuto Francesco Piero Paolicelli, OpenData Manager:
“I dati aperti sono importantissimi per tutti i settori produttivi e, in generale, per migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
Dopo una “challenge” con le classi di Informatica e Telecomunicazioni. dell’ I.I.S. “G.B. Pentasuglia” di Matera coordinato da Emanuele Gravela, Chief Techonolgy Officer – Brain tech s.r.l. è intervenuta per le conclusioni Emilia Piemontese, dirigente dell’Ufficio per l’Amministrazione digitale della Regione Basilicata:
“La conferenza di oggi non è solo la conclusione di un importante progetto sulla accessibilità, ma è anche un punto di partenza perché questa sensibilità, questa cultura della Pa possa ulteriormente diffondersi fra un numero sempre maggiore di dipendenti e di enti pubblici.
Con il piano strategico regionale sulla digitalizzazione abbiamo intercettato il finanziamento del Pnrr grazie al quale abbiamo agito su tre leve:
- verificare l’accessibilità allo stato attuale di alcuni siti istituzionali;
- promuovere la cultura della accessibilità;
- agire sulla formazione e sul supporto specialistico.
Sono stati forniti gli strumenti per il futuro e resteranno le competenze dei dipendenti pubblici che potranno continuare il lavoro sulla accessibilità.
Una accessibilità che non riguarda solo la disabilità permanente, ma anche quella temporanea e quella dovuta a fattori non fisici, ma culturali come le persone che per età o per altre ragioni non hanno competenze digitali.
Un progetto che ha quindi portato diversi benefici alla regione:
- ampliamento della base dell’utenza,
- riduzione dei costi,
- efficienza del lavoro anche di chi ha una disabilità,
- innovazione,
- miglioramento dell’immagine regionale.
La sfida ora è quella di integrare l’accessibilità in ogni aspetto della strategia digitale regionale vedendola non come un obbligo, ma come una opportunità di cambiamento culturale, di crescita ed innovazione”.