Riforma Fisco, dal nuovo cashback alla flat tax: ecco tutte le possibili novità

Il Governo, in questi giorni, è alle prese con la riforma del Fisco.

Come anticipa SkyTg24:

“Rispetto agli ultimi emendamenti presentati al testo, il nuovo provvedimento potrebbe contenere diverse novità rispetto a quelle annunciate.

Sembra innanzitutto che si andrà verso un nuovo impianto previsto per la flat tax.

 I lavoratori autonomi che escono dal regime forfettario – e superano quindi i 65mila euro all’anno – potrebbero beneficiare di uno scivolo di due anni per poi approdare a quello ordinario, nel tentativo di “favorire l’emersione degli imponibili”.

Un’imposta opzionale viene prevista per chi supera il tetto di compensi e ricavi, fino a una soglia da determinare su successivi decreti legislativi, individuando gli opportuni meccanismi applicativi per scoraggiare comportamenti elusivi.

Una quota del gettito della flat tax potrebbe essere destinata a Comuni e Regioni, sulla base della residenza dei contribuenti.

Nella legge di delega fiscale compaiono due nuove aliquote sui redditi derivanti “dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare”.

Niente di definitivo, ma l’importo delle due aliquote per il momento verrebbe fissato al 15% e al 26%. Troppo, secondo le forze di centrodestra.

Nell’applicare il cashback fiscale per la detrazione delle tasse, ad avere priorità dovrebbero essere le spese sociosanitarie.

Secondo la misura, “senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”, su acquisti tracciabili di beni e servizi detraibili, i rimborsi saranno erogati direttamente tramite piattaforme telematiche.

Nel riordino delle deduzioni e delle detrazioni, si prevede poi che “le risorse derivanti dalla loro eventuale eliminazione o rimodulazione” siano destinate ai contribuenti Irpef “con particolare riferimento a quelli con redditi medio-bassi”.

Gli emendamenti vanno verso il superamento dell’Irap, in particolar modo per “le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti”.

L’intervento, si precisa, non dovrà però “generare aggravi di alcun tipo sui redditi da lavoro dipendente e da pensione”.

Una direttiva contenuta nel testo della delega fiscale chiede di “razionalizzare le sanzioni amministrative” in modo da garantire “gradualità e proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni commesse, con particolare attenzione alle violazioni formali o meramente formali”.

Il disegno complessivo di razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, secondo gli emendamenti, passerà anche attraverso il “rigoroso rispetto” per il Fisco di richiedere al contribuente documenti già in possesso delle amministrazioni pubbliche.

In pratica, non si potranno chiedere documenti già reperibili tramite altri uffici.

E ancora, si prevede il “pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché alla piena realizzazione dell’interoperabilità delle banche dati”.

La delega per la riforma si chiude con una clausola di salvaguardia secondo cui le novità non dovranno comportare “un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente”.

Quindi, come funzionerà in concreto il nuovo cashback secondo questa mini-manovra?

Si parla insistentemente dell‘introduzione di un meccanismo simile al cashback fiscale, ma legato alle detrazioni fiscali.

In sostanza l’idea è quella di rendere immediato il rimborso delle spese da portare in detrazione per chi paga col banca o con altri metodi di pagamento tracciabili.

Per poter ottenere il credito direttamente sul proprio conto corrente ad esempio si dovrà dire al farmacista, all’assicurazione o all’Inps “voglio il cashback e non la detrazione”, comunicando un codice che andrà riportato sia nel mezzo di pagamento che nello scontrino telematico/fattura elettronica/bollettino di pagamento.

Insomma, si tratta di una misura che punta a semplificare le detrazioni e a rimborsare nell’immediato i cittadini senza dover aspettare la dichiarazione dei redditi.

La sperimentazione potrebbe partire proprio dalle spese mediche (che prevedono un rimborso del 19% per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro) per poi essere successivamente allargata a tutte le altre detrazioni.

Cosa ne pensate?