Implementare il servizio di radioterapia convenzionale presso l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, individuando i processi e gli investimenti opportuni che, nel rispetto delle competenze professionali specifiche, delle esigenze operative e delle evoluzioni tecnologiche, consentano di assicurare prestazioni di radioterapia oncologica appropriate alle necessità di cura dei malati oncologici.
Questi i termini con cui questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello ha presentato una mozione a difesa del reparto di radioterapia a Matera.
L’occasione ha visto anche la presenza del vice presidente del Consiglio, Vincenzo Baldassarre.
Vizziello ha sottolineato come:
“Un sistema sanitario moderno ed efficace deve essere capace di porre la persona al centro, garantendo una qualità delle cure al massimo livello possibile in linea con gli sviluppi più moderni della scienza e della tecnica.
Condizioni queste che, a tutt’oggi, non possono dirsi del tutto realizzate in Basilicata con riguardo a quanti sono affetti da patologie oncologiche che, soprattutto se residenti nella provincia di Matera, sono costretti giornalmente a convivere con deficit di servizi nel settore dell’oncologia e che riguardano in particolare il numero di strutture ospedaliere con servizio di radioterapia, il numero di posti letto nell’area della radioterapia, il numero di acceleratori lineari esistenti e l’effettività della rete oncologica, cioè del modello organizzativo ritenuto ottimale perché in grado di garantire a tutti i cittadini le cure migliori senza spostarsi dal proprio domicilio.
Necessari i Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) che sono il frutto di una valutazione multidisciplinare della strategia di diagnosi e di cura del cancro.
Ciascun centro della Rete oncologica regionale, sia esso un centro Hub (cioè di massima specializzazione diagnostica e terapeutica) sia esso un centro Spoke (cioè di cosiddetto primo livello) applicherà al paziente un percorso di cura che è frutto di una valutazione multidisciplinare (cioè è stato predisposto previa idonea concertazione tra diverse professionalità come il chirurgo, il senologo, il genetista, il medico di anatomia patologica, il radiologo, il radioterapista, il nutrizionista e lo psicologo) e che consente quindi di ridurre il margine di distanza tra cosa si dovrebbe fare e cosa viene fatto in ciascun singolo ospedale o territorio”.
Vizziello e Baldassarre hanno ribadito che:
“Per rendere effettiva questa rete occorre garantire l’accessibilità ai servizi di radioterapia, in condizioni ottimali anche ai cittadini della provincia di Matera, senza obbligarli a percorrere centinaia di chilometri per ricevere i trattamenti radioterapici, con costi umani e sociali troppo severi.
L’attivazione del servizio di radioterapia all’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera è dunque funzionale alle esigenze di salute dei cittadini di quel territorio che, secondo recenti dati Inail sono colpiti più di altri da patologie tumorali.
La provincia di Matera infatti si colloca tra le province d’Italia con più alta incidenza di patologie tumorali sul totale delle malattie professionali denunciate, facendo registrare il 16% di tumori sul totale delle malattie professionali denunciate (sesto posto della classifica, su 107 province italiane, con più elevato tasso di malattie professionali tumorali).
Se a questo dato aggiungiamo che secondo l’associazione italiana registro tumori in Basilicata lo scorso anno si sono registrati 3.250 nuovi casi di tumore, che sono più di 25 mila i lucani che convivono con una diagnosi pregressa di tumore e che in Basilicata la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di tumore (55 % nei maschi e 62 % nelle donne) è lievemente inferiore a quella che si registra in alcune regioni del nord Italia come Emilia Romagna e Veneto, non possiamo non colmare i deficit che la nostra regione fa registrare nell’area della radioterapia, tanto con riguardo al numero di apparecchiature disponibili, quanto con riguardo alla conformità delle stesse agli standard tecnologici”.
Ancora Vizziello:
“Non possiamo infatti dimenticare, che il Ministero della salute definisce come obsolete le apparecchiature di radioterapia con più di dieci anni di età e che ad esempio al San Carlo di Potenza nel 2017 è stato acquistato un’apparecchiatura datata 2008 e che talvolta funziona in maniera discontinua per effetto della vetustà del macchinario o della carenza dei profili professionali richiesti dalle direttive ministeriali.
L’alternativa ad opportuni e quanto mai necessari investimenti diretti ad implementare anche al Madonna delle Grazie il servizio di radioterapia secondo standard tecnologici di avanguardia è senza dubbio l’ulteriore incremento dell’emigrazione sanitaria, che con riguardo alle patologie tumorali fa registrare un dato del 29,1 %, più severo quindi del dato relativo a tutte le altre patologie acute (22,4 %), e che schizza addirittura al 55 % con riferimento alla mobilità ospedaliera interregionale per radioterapia”.
Vice presidente e consigliere hanno poi concluso:
“Nessun ostacolo di carattere economico alla attivazione della radioterapia al Madonna delle Grazie, non solo perché la dotazione del Fondo sanitario regionale si è incrementata di 42 mln di euro tra il 2014 e il 2017, cui occorre aggiungere ulteriori 8 milioni di finanziamento aggiuntivi relativi all’annualità 2018. Ma anche e soprattutto perché la delibera Cipe del 21 marzo dello scorso anno ha sbloccato 100 milioni di finanziamenti destinati all’ammodernamento dei servizi di radioterapia oncologica delle regioni del Mezzogiorno, con l’attribuzione alla Basilicata di risorse pari a 4 milioni e 30 mila euro.
Con l’assessore alla sanità Leone ci sono tutti gli spazi per un’intesa e per la convergenza di interessi di tipo amministrativo e politico per venire incontro a una reale necessità di un territorio che è scoperto di un servizio così molto importante”.
Hanno partecipato alla conferenza stampa anche, il capogruppo del partito democratico, Roberto Cifarelli che ha mostrato soddisfazione per l’interesse da parte della maggioranza per la risoluzione del problema.
Problema che ha sollevato anche l’interesse dei cittadini e che era all’attenzione del governo regionale già nella scorsa legislatura.