Lo stabilimento lucano della Ferrero ha deciso che per la farcia delle merendine, utilizzerà pesche e nettarine facendole arrivare dall’Emilia Romagna, questa decisione però non è stata accolta di buon grado dagli agricoltori lucani.
Sulla vicenda è intervenuto il vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Paolo Castelluccio (Pdl -Fi):
“La scelta della Ferrero di utilizzare pesche e nettarine facendole arrivare dall’Emilia per la produzione nello stabilimento di Balvano di nuove merendine è la mazzata finale di un’annata nerissima per pesche e nettarine del Metapontino, persino bio. Per questo le proteste degli agricoltori, raccolte da Confagricoltura, sono sacrosante.
I dati Ismea dell’estate che hanno registrato a Matera, in media, quotazioni di 0,40 cents/kg per le nettarine di polpa bianca, 0,35 per quelle di polpa gialla e 0,30 cents/kg per le pesche.
E nel Metapontino solo le nettarine bio hanno spuntato quotazioni che, non so fino a che punto si possono definire, come fanno gli esperti Ismea, ‘più interessanti’, vale a dire 0,60 cents/kg, e le albicocche 0,42 cents/kg”.
L’ho detto più volte durante la campagna ortofrutticola dell’estate e lo ripeto in questa occasione: quando si arriva a regalare i meloni prodotti pur di non buttarli via perché non hanno mercato e quando si decide di abbattere albicocchi perché le produzioni estere impongono i propri prezzi vuol dire che è in gioco il futuro dell’agricoltura nel Metapontino.
Dunque ben venga l’ultima idea del Gruppo Ferrero della ‘merendina alla pesca igpi’ per promuovere il consumo di frutta dei nostri ragazzi.
Ma quello che non accetto è la scelta della Ferrero per le produzioni emiliane secondo la motivazione diffusa alla stampa dal direttore comunicazione di Ferrero, di privilegiare una ‘produzione d’eccellenza’ che è quella emiliana.
Forse gli uomini del Gruppo alimentare ignorano la qualità delle nostre pesche e nettarine che pure finiscono nei mercati emiliani e in grandi stabilimenti del nord?
Trovo, inoltre, inaccettabile le parole del governatore emiliano, Stefano Bonaccini, per il quale l’accordo Ferrero-Consorzio produttori romagnoli premia ‘una terra che detiene il record europeo di certificazioni dop e igp (44)’ come se le nostre certificazioni fossero di serie B. Si introduce un dualismo che non ha nulla a che fare con la sana competizione di prodotti che vede l’ortofrutta del Metapontino acquisire sempre maggiori riconoscimenti in Italia e all’estero”.
Siamo alle solite: manca una strategia regionale che abbracci l’indebitamento delle aziende, la commercializzazione e la trasformazione delle produzioni, la piattaforma logistica sino ai mercati generali per l’export, la costruzione in loco della filiera della trasformazione”.