“La pubblicazione del decreto interministeriale (n. 127 del 30 giugno 2023) firmato dal ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e dal ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, sul cosiddetto dimensionamento scolastico impone di accelerare ogni azione di contrasto a livello regionale.
Non c’è più tempo a disposizione.
Nel prossimo anno scolastico la Basilicata perderà 26 istituti (il 23,6% degli attuali) e sarà la regione più penalizzata d’Italia”.
Così i segretari regionali della Uil Vincenzo Tortorelli e Uil Scuola Rua Luigi Veltri sottolineando che:
“la Regione ha tenuto sinora nei due incontri con le organizzazioni sindacali di categoria un atteggiamento accondiscendente con la linea governativa non opponendosi in alcun modo alle scelte scellerate del governo nazionale, non tenendo presente la situazione socio-economica, demografica e del territorio della Basilicata, ma applicando semplicemente il criterio ragioneristico dei tagli di istituti e dirigenti scolastici.
Questo è stato uno dei temi centrali dello sciopero generale del primo dicembre scorso con la forte risposta non solo del mondo della scuola ma di tutto il mondo del lavoro.
Il Rapporto Svimez ha “documentato” in maniera chiara ed inequivocabile che il divario Sud-Nord è anche un divario di conoscenza e saperi dei nostri ragazzi.
Ad esso si aggiunge il rapporto Ocse Pisa (Programme for International Student Assessment) secondo il quale tutte le aree del Nord Italia ottengono punteggi superiori alle aree del Sud in tutti e tre gli ambiti: matematica, lettura e scienze.
La differenza tra studenti più bravi (10% degli studenti con punteggi più alti) e meno bravi (10% dei punteggi più bassi) è simile tra le aree geografiche e corrisponde a circa tre livelli di competenze.
Più dell’80% degli studenti delle aree del Nord sono al Livello 2, quello minimo di competenze, o superiore, sia in matematica che in lettura e scienze.
Nelle aree del meridione, invece, degli studenti che si sono collocati nel livello 2 o superiore sono poco più del 60% in scienze, circa il 70% in lettura e circa il 55% in matematica.
Dunque in Basilicata e al Sud c’è bisogno di più scuola e non certo di tagli.
Pertanto, continueremo la mobilitazione incalzando soprattutto classe politica, in tutte le sedi locali e nazionali, convinti come siamo che stiamo parlando della funzione della scuola statale dello Stato prevista dalla carta costituzionale su cui vanno fatti investimenti anche in edilizia, attrezzature, sistemi informatici, laboratori.
Non si è voluto cogliere l’occasione di trasformare un problema in un’occasione, eliminare le ‘classi pollaio’ e prevedere un numero di 18/20 alunni per classe.
Ancora una volta la scuola è considerata il bancomat del governo di turno dove fare cassa”.