Più telecamere, illuminazione, regole di comportamento per i clienti.
Il governo Meloni, come riporta tgcom24, potenzia le misure per prevenire reati e potenziare la sicurezza in bar, discoteche e locali.
Le misure, contenute nel decreto del Ministro dell’Interno Piantedosi, specifica il Viminale, sono facoltative e non obbligatorie.
Le regole – Bar, locali, discoteche:
- dovranno individuare un “responsabile della sicurezza” che sarà un punto di contatto con le forze di polizia;
- dovranno installare, a carico loro, sistemi di videosorveglianza;
- garantire un’adeguata illuminazione dell’area;
- definire le regole di comportamento da osservarsi nel locale e nelle immediate vicinanze, mediante l’adozione del “Codice di condotta” dell’avventore da affiggere nel locale che dovrà contenere una serie di misure tese a qualificare “l’avventore modello”.
I gestori dovranno affiggere “in modo ben visibile” un codice di condotta a cui i clienti saranno tenuti a uniformarsi.
“Il cliente modello”:
- Non porta armi o droga nel locale; neanche spray al peperoncino;
- si impegna ad evitare comportamenti molesti ed a non abbandonare bottiglie di vetro in giro.
- Non dovrà danneggiare i dispositivi antincendi e, più in generale, gli arredi presenti nel locale e nelle sue pertinenze;
- avrà l’obbligo di non impedire o rendere difficoltosa la fruibilità delle uscite di sicurezza;
- non dovrà abbandonare nelle aree di pertinenza del locale e in quelle immediatamente circostanti residui, anche in vetro, delle consumazioni, e altri rifiuti in genere;
- eviterà comportamenti molesti o che possano disturbare la quiete pubblica.
Il Codice è previsto dalle “Linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”.
Per tradursi in pratica le linee guida dovranno trasformarsi in “intese con le organizzazioni dei gestori di esercizi pubblici e sentita la Conferenza unificata” (cioè presidenti di Regione e sindaci) e “saranno declinate in accordi stipulati dai prefetti”.
Fonti vicine al progetto parlano di un provvedimento “largamente condiviso con il settore”, ma non mancano le polemiche.
Dai gestori arrivano anche critiche: “un compito che non tocca a noi, a difenderci deve essere lo Stato”.