Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del coordinatore di Forza Italia della Provincia di Potenza, Nicola Pagliuca:
“La Regione ha fatto il possibile, ora sta nella determinazione dei lucani difendere il territorio.
Con onestà e opportuno tempismo, il presidente Vito Bardi ha invitato la gente di Basilicata ad un grande responsabilità.
Con il voto, si può ancora dire no a questa scellerata idea del taglio dei parlamentari che ci porterebbe via in un colpo solo, tutte le grandi conquiste del passato.
Forza Italia, ha sempre sostenuto la posizione assunta della Regione Basilicata che si era opposta sollevando un conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato, purtroppo ritenuto inammissibile dalla Corte costituzionale.
Al netto della decisione della Consulta e nel rispetto dei fondamenti giuridici, la questione va stigmatizzata, c’è una valutazione politica da fare: la Basilicata è tra le regioni, la più penalizzata se dovesse passare questa ‘riforma’.
Sarebbe come tornare indietro di anni e anni e rinnegare il lavoro dei nostri padri costituenti che tennero conto della rappresentatività del popolo, specie al Senato, nelle regioni a bassa densità demografica.
Questo fondamento è stato messo al bando dalla furia grillina ostinata dal taglio dei parlamentari, sbandierando un risparmio per il Paese che tale non è.
Se così fosse saremo tutti contenti, ma bisogna dire la verità, altro che risparmio, la situazione è grottesca, viene infatti chiesto al popolo di votare contro se stesso, per la riduzione di rappresentanza.
Ne deriverebbe una rappresentatività ancora più elitaria in Parlamento e grande fetta della popolazione ne resterebbe esclusa.
A prescindere dal meccanismo di voto che ne verrà fuori, della possibilità di dar voce alla preferenza, quel che è chiaro è che favorirà nell’ambizione a un seggio in Parlamento chi ha di più.
È una cosa molto preoccupante il non poter eleggere parlamentari di tutte le opposizioni e mi auguro che i lucani possano reagire come si deve, attraverso il voto, dicendo NO a questa che non può essere chiamata riforma che va chiaramente contro gli interessi del Mezzogiorno e in particolare della Basilicata”.