Approvato in Consiglio dei ministri il regolamento che conferma la dotazione per le Forze di Polizia del taser, la pistola a impulsi elettrici (previo il vaglio del Consiglio di Stato, ndr).
La notizia ha già fatto scalpore tanto che sia Amnesty International che il Garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma, invitano alla cautela.
La prima avverte, come riportato dalla Stampa:
“non è affatto inoffensiva”.
Della stessa idea il secondo che, come riporta Today, sottolinea:
“Occorre infatti una corretta formazione per l’utilizzo di questo strumento”.
Non poche le preoccupazioni che giungono anche dai medici.
Come spiega all’Adnkronos Francesco Perna, cardiologo del Policlinico Gemelli di Roma:
“Infatti benché il taser venga ritenuto un’arma non mortale, un minimo di rischio esiste.
Con l’utilizzo del taser un rischio minimo di mortalità cardiaca esiste, se utilizzato su persone cardiopatiche o sotto effetto di sostanze come la cocaina.
Abbiamo pochi dati sugli effetti dell’uso del Taser.
La corrente che arriva al cuore è quindi molto attenuata, ma ciò non toglie che ci sia un rischio teorico, seppure basso, di provocare un’aritmia che può essere mortale in persone con cardiopatie o che abbiano fatto uso di sostanze eccitanti come la cocaina”.
Maurizio Santomauro, cardiologo del Policlinico universitario Federico II di Napoli, sempre sulle colonne di Today, afferma:
“Il taser può anche uccidere, soprattutto se chi lo usa non è a conoscenza di alcune precauzioni da adottare.
Nei corsi di addestramento dovrebbero essere inserite nozioni di medicina, così da scongiurare rischi di morte per il soggetto colpito e tutelare il poliziotto che, usando il Taser, non ha intenzione di uccidere”.
Cosa ne pensate?