“Una grande e definitiva pace fiscale per liberare milioni di italiani ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle entrate“.
Questa l’idea del vicepremier, Matteo Salvini, “oltre la riforma della giustizia”.
Ha concluso Salvini:
“Gli evasori totali per me possono andare in galera e buttare la chiave, ma se qualcuno ha un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni, chiudiamola.
Gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto“.
Così il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia:
“Salvini è un ministro, un uomo di governo, dunque delle istituzioni.
Ma evidentemente per questa destra governare vuol dire inneggiare all’evasione, considerare l’agenzia delle entrate un nemico.
Anziché premiare e ringraziare gli italiani che pagano le tasse li umiliano, giustificando chi non lo fa e definendo le tasse un pizzo di Stato.
Del resto basta guardare la delega fiscale che il governo e la maggioranza stanno votando in Parlamento per capire che si strizza l’occhio a evasori e elusori.
La filosofia fiscale della destra è: fate come volete e se non pagate le tasse fate bene, tanto ci sono gli ingenui che pagano per voi.
Del resto Salvini fa il forte con i deboli, con chi paga e con i sindacati, e il debole con gli evasori e con i tassisti che in queste settimane bloccano le città”.
Per Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito Democratico:
“Cittadini ostaggio dell’Agenzia delle entrate. Lotta all’evasione come pizzo di Stato.
La promessa di una pace fiscale definitiva, che segue un’altra pace fiscale definitiva, che segue condoni tombali di ogni genere e tipo, a riprova che quando è legittimata l’evasione non si arresta mai.
Non meravigliano le parole di Salvini, ministro di un governo che prevede il ricorso a definizioni agevolate (evidentemente non definitive) fra i principi della delega della sua riforma fiscale”.