Aveva realizzato un’ingente truffa ai danni della Regione Basilicata, percependo indebitamente contributi sovvenzionati dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e, in particolare, nell’ambito dei progetti integrati di filiera PIF “PIFO Basilicata” 2007/2013.
Un imprenditore del metapontino, operante nel settore ortofrutticolo, è stato destinatario di un’importante misura cautelare disposta dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Potenza.
La vicenda nasce da un’attività di controllo conclusa recentemente dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Policoro (MT) nel corso della quale era stato accertato che l’imprenditore C.G., con due imprese a lui riconducibili, si era aggiudicato tre finanziamenti, per un totale complessivo di circa 7 milioni di euro, di cui 1,5 milioni a fondo perduto, per la realizzazione di impianti fotovoltaici asserviti alle proprie aziende, nonché per apportarvi migliorie nella gestione organizzativa e per l’ammodernamento strutturale.
Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere che C.G., non solo non ha utilizzato le cifre ricevute per le finalità previste, non realizzando mai le relative opere, ma a un certo punto ha abbandonato prematuramente il programma di finanziamento, senza restituire la somma di circa 720.000 euro già incassata a titolo di anticipazione.
Per di più, una delle imprese, a partire dal 2017, è stata soggetta a liquidazione coatta amministrativa versando in uno stato di assoluta insolvenza.
La condotta delittuosa, oltre che mettere l’imprenditore innanzi a responsabilità penali, per le quali è stato deferito all’Autorità Giudiziaria, ha prodotto ulteriori effetti: partendo dalla considerazione che le somme percepite erano vincolate a un programma di interesse pubblico a cui il destinatario, di fatto, non ha mai adempiuto, è stato ipotizzato un danno erariale emerso grazie agli ulteriori approfondimenti condotti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Potenza che ha portato all’emissione, a cura dell’AG contabile lucana, di una misura patrimoniale ante causam per un valore di 720.000 euro.
A titolo cautelare, sono stati sequestrati 22 fabbricati e 4 terreni nella disponibilità dell’indagato.
Quando un privato riceve erogazioni dalle Regioni, dallo Stato o dall’Unione europea, viene vincolato da un “rapporto di servizio” con la Pubblica Amministrazione.
Di conseguenza, al sorgere di comportamenti illeciti, la spesa pubblica sottesa deve considerarsi non più legittima oltre a costituire un danno, poiché è stata sensibilmente orientata verso obiettivi diversi rispetto alle finalità per le quali l’erogazione era stata concessa.
Questo è il quadro di riferimento in cui interviene anche la magistratura contabile con un provvedimento a cautela dell’Erario.
Il sequestro conservativo ante causam è, infatti, una misura di garanzia patrimoniale adottabile nel corso delle istruttorie della magistratura contabile e ha la finalità di salvaguardare il credito erariale.
L’attività posta in essere dal Nucleo di polizia economica-finanziaria di Potenza è chiara espressione degli accordi recentemente stipulati in ordine ai profili di collaborazione tra il Corpo con la Corte dei Conti nell’esercizio della sua funzione giurisdizionale a tutela della spesa pubblica.