Diretta del Premier Giuseppe Conte, in collegamento da Palazzo Chigi, nel giorno della nuova fase di uscita dal lockdown e della riapertura delle regioni:
“A distanza di circa un mese dal 4 maggio, i numeri, possiamo dirlo con relativa prudenza ma con chiarezza, sono incoraggianti.
Non si segnalano situazioni critiche su tutto il territorio nazionale.
Il trend è in costante diminuzione dalla Lombardia alla Sicilia.
Colgo un rinnovato entusiasmo, c’è grande attenzione per questa socialità ritrovata: giustissimo, ci meritiamo il sorriso e l’allegria dopo settimane di sacrifici ma è bene ricordare sempre che se siamo tra i primi Paesi Ue che può permettersi di riavviare le attività è perché abbiamo accettato tutti insieme di compiere dei sacrifici.
Dico solo, facciamo attenzione: le uniche misure efficaci sono distanziamento fisico e uso, ove necessario delle mascherine.
Abbandonare queste precauzioni è una grave leggerezza.
Dobbiamo fare i conti con l’emergenza economica e sociale.
Ci rendiamo conto dei ritardi, ci rendiamo conto che ci stiamo confrontando con una legislazione che non era affatto pronta a erogazioni cosi’ generalizzate.
Di questi ritardi ho chiesto già scusa e stiamo intervenendo per pagare più velocemente bonus e ammortizzatori sociali.
Le misure economiche adottate sono solo l’inizio per il rilancio economico dell’Italia: dal manifatturiero al turismo, abbiamo il dovere di agire con lo spirito del 2 giugno.
Abbiamo messo sul tavolo europeo una proposta da 750 miliardi con il Recovery Fund: stiamo lavorando e abbiamo già iniziato a lavorare a questo piano di rinascita, il Recovery Plan.
Dovremo modernizzare il Paese, lavorando per i pagamenti elettronici, favorendo i pagamenti elettronici, favorire la banda larga in tutto il Paese, rilanciare gli investimenti sulla pubblica amministrazione snellendo la burocrazia.
Una doverosa transizione verso un’economia sostenibile.
Investire in istruzione e ricerca è fondamentale.
Occorre una seria riforma fiscale, il nostro fisco è iniquo e inefficiente. Dovremo lavorare meglio per sostenere le imprese, lavorare sull’inclusione e abbattere le disuguaglianze.
Dobbiamo sapere che la somma che metterà a disposizione l’Europa all’Italia è una risorsa per l’interno Paese, non una somma a cui il governo di turno può attingere liberamente.
Siamo nella Fase finale, occorre unirci per far ripartire l’Italia con un progetto davvero utile per il nostro Paese: è la fase forse più dura, occorre realizzare progetti piccoli e grandi.
Dobbiamo lavorare all’alta velocità della rete ferroviaria, Roma-Pescara, i viaggi verso la Sicilia, migliorare le infrastrutture dei trasporti.
Occorre poi digitalizzare tutto il Paese”.