Riceviamo e pubblichiamo una nota stilata dall’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus, relativa alla consegna di 1.000 firme al Presidente Bardi per richiedere nuovamente la vaccinazione prioritaria delle categorie più fragili, ivi compresi dializzati e trapiantati.
L’iniziativa avverrà Giovedì 11 marzo 2021 in occasione della Giornata Mondiale del Rene:
“Continua il silenzio del Presidente Bardi riguardo alla vaccinazione prioritaria anti Covid-19 dei pazienti con patologia renale e dei soggetti sottoposti a trapianto, che sono stati inclusi nella categoria di persone vulnerabili con decreto del ministro Roberto Speranza dell’8 febbraio scorso.
Ciò nonostante, rimane vivo l’impegno di ANED nel difendere e tutelare la vita e la salute dei pazienti più delicati, in particolare delle persone affette da malattie renali.
Giovedì 11 marzo 2021 si celebra la Giornata Mondiale del Rene: un’occasione di riflessione e sensibilizzazione volta a far crescere la consapevolezza dell’importanza dei nostri reni.
Proprio in corrispondenza di tale evento, ANED consegnerà, tramite PEC, al Presidente Bardi 1000 adesioni, raccolte fra medici, infermieri, pazienti, familiari e sostenitori per richiedere nuovamente:
1. l’applicazione del decreto del ministro Speranza riguardo alla vaccinazione prioritaria dei pazienti fragili;
2. un piano vaccini regionale per nefropatici, cominciando immediatamente con le persone in dialisi, i malati cronici in attesa di trapianto e i trapiantati di tutti gli organi e tessuti;
3. un protocollo di sicurezza e di monitoraggio per la vaccinazione di questi soggetti;
4. la somministrazione dei vaccini a tecnologia vettoriale (Pfizer BioNtech e Moderna), poiché offrono una risposta immunitaria più elevata in pazienti particolarmente vulnerabili, nei luoghi di cura;
5. la predisposizione di un protocollo per la verifica dell’efficacia della risposta immunitaria;
6. la stesura di un registro regionale dei pazienti vaccinati.
Nella stessa giornata invieremo una nota a tutti i Sindaci dei Comuni lucani per chiedere il loro sostegno alla nostra iniziativa, in quanto autorità sanitarie importanti sul territorio, che conoscono da vicino i propri cittadini anche coloro affetti da patologie renali.
Nonostante la scarsità dei vaccini, di cui siamo ben consapevoli, alcune Regioni hanno già provveduto a vaccinare dializzati e trapiantati (nella Regione Lazio sono state vaccinate le persone dializzate ancora prima del Decreto, i trapiantati stanno ricevendo la seconda dose, la Regione Calabria ha già iniziato), altre sono in dirittura di arrivo (Toscana, Veneto, Emilia Romagna), la Puglia inizierà il 14 marzo prossimo.
E la Basilicata? Non abbiamo ancora nessuna notizia in merito e non sappiamo quando la priorità per dializzati, pazienti in attesa di trapianto e trapiantati si concretizzerà.
Tutti soggetti fragili, portatori di diverse complicanze in particolare cardiovascolari, a maggior rischio di contagio da COVID-19 e, soprattutto, con un indice di mortalità molto più alto rispetto al resto della popolazione, con una probabilità di non farcela che oscilla tra il 30 e il 50% e punte del 60% per i trapiantati di cuore.
Questo a causa di un sistema immunitario fortemente compromesso, che spesso non è in grado di opporsi al virus adeguatamente.
Il vaccino per queste persone è l’unica speranza di sottrarsi al rischio del contagio e al conseguente maggior rischio di rimetterci la vita.
Altrimenti con la terza ondata e con le varianti del virus si rischia una nuova strage.
I pazienti si aspettano una comunicazione urgente e ufficiale dalla Presidenza, in modo da colmare i loro legittimi interrogativi e consenta allo stesso tempo ai medici e gli altri operatori sanitari che garantiscono quotidianamente le cure a dializzati e trapiantati, di agire in modo uniforme sull’intero territorio regionale.
La Regione Toscana ha affidato la vaccinazione dei soggetti più fragili agli ambulatori ospedalieri dove sono abitualmente in cura.
Se il presidente Bardi seguisse questo esempio, in soli due giorni vaccinerebbe tutti i 400 dializzati lucani.
È dunque urgente non indugiare nel dare indicazioni univoche oltre che a predisporre in modo concreto la campagna per la vaccinazione immediata e in sicurezza di queste persone.
È UNA QUESTIONE VITALE!“.