Vandali in azione a Pisticci: “Quella panchina rovinata non è solo la ‘nostra’, ma di tutti voi”. La denuncia

Vandali in azione a Marconia di Pisticci.

A denunciare l’accaduto “La pratica della bellezza”:

“Ce lo aspettavamo? Forse si.

Forse non così subito.

Magari tra qualche mese.

A lavoro finito.

Ma, effettivamente, non sarebbe cambiato granché.

La verità è che nonostante gli avvisi; gli innumerevoli ‘state perdendo tempo’; i ‘tanto le distruggono’ e la minaccia di disegnarle con il ‘coltello’; nonostante tutto ciò, dicevamo, e altre cose che è meglio non ripetere, ci siamo rimasti male.

Lo scopo del presente post non vuole essere assolutamente quello di sollevare una stupida quanto inutile indignazione finalizzata a raccogliere insulti sugli attori di questo atto (a quanto pare tanto atteso quanto scontato).

Né vuole rivolgersi a questi ultimi, poiché abbiamo messo da parte, ormai da tempo, l’illusione che dialogare con tutti sia possibile.

L’idea di partenza era e continua ad essere quella che la bellezza sarebbe dovuta arrivare lì dove il dialogo non fosse riuscito ad aprire spiragli.

Attraversare quelle porte di condivisione oltre le quali nemmeno le parole riescono ad andare.

Ma, a quanto pare, anche la bellezza ha i propri limiti.

Con questo post noi vogliamo semplicemente precisare che quella panchina rovinata non è solo la ‘nostra’, ma di tutti voi.

È del vecchio che si è fermato lì per ristorarsi dal caldo di agosto.

Della coppietta che la ci ha litigato, pianto per poi abbracciarsi.

Del padre con il figlio di due anni che non smette di urlare per quel gioco visto all’edicola.

Quella panchina è delle nostre madri che tornano dal supermercato.

Della persona sola che si ferma a fumare una sigaretta.

Quella panchina è il nostro primo bacio; i sogni solo sognati; è il tempo preso a calci per farlo passare.

Il tempo di un piccolo paese di provincia, il nostro, il tempo pesante e lungo che non scorre.

L’inverno lunghissimo e insopportabile in cui avremmo voluto portare un po’ di colore.

A voi chiediamo quella rabbia costruttiva che adesso ci coinvolge.

Vogliamo che vi arrabbiate come se avessero rigato la vostra macchina; imbrattato la porta della vostra casa; sfondato le ante delle vostre finestre.

Arrabbiati come se avessero vandalizzato la vostra panchina.

Noi siamo tre persone adulte che hanno deciso di regalare il proprio tempo.

In testa abbiamo tanti progetti e sogniamo (anche da adulti).

Sogniamo i sogni solo nostri, certo.

Ma anche un posto migliore da lasciare a quei sedicenni che siamo stati.

Quel posto, che quando avevamo sedici anni non ci piaceva.

Abbiamo colori, pezzi di ceramica, pasta vitrea, poesie e idee da spalmare sui muri e ovunque sia possibile.

Non ci fermeremo qui.

Ultimo appunto.

Non ‘aggiusteremo’ quella panchina. Crediamo sia ‘rieducativo’ far si che tutti possano ammirare l’opera di chi non sa fare nient’altro che distruggere.

Porre un’altra mano di colore significherebbe fare finta di non vedere che qui c’è qualcosa che non va.

Stiamo in villa a dipingere quasi tutti i giorni non per coprire il “brutto”, ma per far nascere qualcosa di migliore.

In altri termini, ognuno ha quel che si merita.

In altri termini, noi meritiamo anche questo, se non facciamo nulla affinché questo non accada.

Infine, oggi andiamo a sporgere denuncia“.